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Streghe (Serena Mandrici & Michael Grieco)

Streghe


  • Titolo: Streghe
  • Autore: Serena Mandrici/Michael Grieco
  • Genere: Graphic Novel
  • Prezzo: 14,90 €
  • Anno: 2018

(Articolo a cura di Michele Ferrario)

Dimentica i cappelli a punta, dimentica i nasi storti e gli sguardi arcigni. Queste Streghe non hanno niente di consueto: sono bizzarre, curiose, colorate e sgargianti. Dimentica tutto quello che conosci, ti porteremo in un mondo stregato che mai più scorderai. Attraverso sfere, incantesimi e buffi scenari conoscerai Lubilù, Ananke e le altre mistiche creature. E niente più vedrai con gli stessi occhi.

Oggi parliamo di una bellissima Graphic Novel edita “Milena Edizioni”.
Raccolta che mi è stata gentilmente spedita dalla casa editrice richiesta, dopo aver richiesto una copia.
Ho aspettato prima di leggerla, dal momento che avevo altre letture in corso ma, al primo momento libero, ho subito rimediato.
“Streghe” si presenta come una piccola raccolta di poesie, di versi e di racconti dedicate ad un mondo meravigliosamente misterioso.
Scritto da Serenda Mandrici, con le illustrazioni di Michael Grieco, ci troviamo davanti ad una Graphic Novel strepitosa a tutti gli effetti.
All’interno di questa raccolta possiamo trovare storie dedicate anche a creature magiche (Lubilù, Ananke) e poesie che rimandano alle più antiche storie buie, tetre e singolari.
Ci ritroveremo sin da subito parte a rituali magici, credenze popolari e superstizioni di un tempo che, però, sembrano riecheggiare nel presente tangibile.
Le illustrazioni sono parte integrante di questa raccolta, colorate e ben descrittive, riescono a creare quasi l’esatta immagine che il lettore si crea nella sua testa.
In “Le Streghe” possiamo trovare una lettura scorrevole, veloce e tanto interessante, in grado di trasportarti in mondi quasi astratti, dal sapore di incantesimi e rituali.
Si finisce il libro in una ventina di minuti!
Sono rimasto affascinato da ciò che trasmettono le illustrazioni, dalla capacità descrittiva dell’autrice.
Inoltre, all’interno della Graphic Novel, sono presenti tre segna libri stupendi, ognuno con un illustrazione diversa sempre dedicata ai racconti presenti.
Consiglio la lettura a chi, come me, ama il mondo delle streghe ed è in cerca di qualcosa di originale, diverso, in grado di colpire.

Ringrazio ancora Milena Edizioni per la gentilezza e la grande disponibilità, trovate il link qua sotto per acquistare il libro!
Voto? 8,5/10

Solo Leveling (Chu-Gong)


Solo Leveling


  • Titolo: Solo Leveling
  • Autore: Chu-Gong
  • Editore: Star comics
  • Prezzo: 8,90€
  • Anno: 2021
  • Genere: Fantasy, Avventura

Il “Gate”, un misterioso portale che collega il mondo umano a quello di terribili mostri, mette a rischio la vita degli esseri umani. Delle persone con particolari poteri, gli “hunter”, combattono per contrastarli. Sung Jinwoo è molto debole, senza particolari abilità, ed è schedato come hunter di “livello E”. Nonostante questo, cerca di fare del suo meglio per portare avanti il suo compito e pagare le spese mediche della madre… Ma un giorno, a seguito di un inspiegabile evento, Jinwoo comincia a sviluppare i suoi poteri… Che possa diventare un imbattibile hunter di “livello S”?

Sono felice di annunciare la prima recensione manga sul mio blog e, ci tengo a precisare, che da qui a
poco recupererò le recensioni più importanti inerenti ai post pubblicati sulla mia pagina instagram.
Oggi, come da titolo, sono qui per parlavi di un manga che mi ha piacevolmente sorpreso, edito da
StarComics.
Il manga, o se vogliamo essere più precisi “il Manhwa” in questione è intitolato “Solo Leveling”, un
opera che attendevo di leggere da davvero tanto tempo.
Iniziando, ci ritroveremo catapultati in un mondo dove dei cacciatori, per lavoro, entrano in alcuni
dungeon con il solo compito di sconfiggere i mostri ed il boss al suo interno.
La paga varia a seconda del livello di difficoltà, che segue una sequenza ben precisa (S il dungeon più
pericolo—->E quello meno).
Il protagonista non è stereotipato, non è forte e cazzuto da come ci si aspetti, bensì combatte per poter
pagare le cure della madre, ricoverata in ospedale.
Oggi, sono qua per esprimere le mie impressioni inerenti ai primi due volumi usciti e, ad essere sincero, i
disegni sono veramente belli.
Nonostante la storia ci metta del tempo per ingranare, possiamo sin da subito apprezzare la tensione e la
paura che la storia ci trasmette, sin dall’incontro del primo boss, caratterizzato da un impronta quasi
horror, oserei dire.
La cosa che salta subito all’occhio sono i combattimenti e i movimenti dei personaggi durante essi, fluidi e
ben fatti.
Ciò che si cela dietro al protagonista è qualcosa di ben più che strano, un potere segreto, improvviso e
inaspettato.
Lo vedremo lottare contro la morte, pieno di coraggio.
Lo vedremo sputare sangue e utilizzare l’intelligenza come prima ed unica arma, in grado di studiare
l’unico modo che potrebbe portarlo a sopravvivere, durante lo scontro con il primo e famigerato boss.
Il prezzo di copertina è forse un po’ alto, giustificato dal fatto che l’opera sia completamente a colori.
Mi sento di consigliare i primi volumi di questo manga a chiunque ami il genere Fantasy condito da
combattimenti e colpi di scena.
Solo Leveling è sicuramente una ventata d’aria fresca in mezzo a tante opere purtroppo estremamente
simili tra di loro.

La Lotteria (Shirley Jackson)

La Lotteria


  • Titolo: La Lotteria
  • Autore: Shirley Jackson
  • Editore: Adelphi
  • Prezzo: 9,50

Il racconto di Shirley Jackson intitolato “La lotteria” ricorda da vicino, per la fama che lo circonda, la famigerata lettura radiofonica della Guerra dei Mondi di Orson Welles. Fama non immeritata, giacché la pubblicazione sul “New Yorker” nel 1949, scatenò un pandemonio. Molti lo presero alla lettera, reagendo all’istante e poi per lungo tempo con missive indignate o atterrite alla redazione. Certe cose non potevano, non dovevano succedere. Eppure la storia si presenta in tutta innocenza quale pura e semplice descrizione della lotteria che si svolge nell’atmosfera pastorale, quasi idilliaca, di un villaggio del New England in un luminoso mattino di giugno, come ogni anno da tempo immemore. Ma giunto al termine di questo racconto, come degli altri che compongono l’intensa silloge qui proposta, il lettore scoprirà da sé, in un crescendo di “brividi sommessi e progressivi” – come diceva Dorothy Parker che cosa li rende dei classici del terrore. Secondo un altro illustre ammiratore della Jackson, oltre che maestro del genere, Stephen King, lo sono perché “finiscono con una svolta che porta dritto in un vicolo buio”.

Bentornati cari lettori in questa nuovissima recensione dedicata ad un’autrice molto famosa che, con tutta probabilità, già conoscete.
Stiamo parlando di Shirley Jackson! Scrittrice quasi osannata da Stephen King, scrittore che io amo follemente.
La mia prima lettura è stata “Paranoia” di cui troverete sicuramente la recensione qua sul mio blog andando nella sezione “Libri”.
Oggi, però, sono qua per parlarvi di una raccolta di racconti della Jackson, intitolata “Lotteria”.
La raccolta si presenta davvero breve, con una serie di racconti molto diversi tra loro, seppur avente in comune la tipologia di horror che Shirley Jackson scrive, sottile e quasi intoccabile.
Si tratta di una raccolta completamente distante al pensiero di horror che ci si aspetta, specialmente se si è amanti di King.
Non aspettarti ASSOLUTAMENTE di ritrovare l’horror di Stephen King in quello della Jackson perché, sicuramente, ne rimarrai deluso.
Le storie sono brevi e, apparentemente, quello che racconta la scrittrice suscita ansia e profonda confusione, ponendoci davanti situazioni surreali caratterizzate da una profonda angoscia.
Non tutti i racconti mi sono piaciuti e, proprio per questo, andrò a parlarvi solamente dei due che francamente ho preferito.
Con ciò non voglio assolutamente spronarvi a non leggere gli altri, ricordate che il gusto è pur sempre soggettivo.
Partiamo da “Lotteria” il racconto d’apertura che regala il titolo all’opera.
In Lotteria veniamo catapultati in un atmosfera davvero singolare, dove la piccola popolazione protagonista del racconto sembra vivere distante dal mondo.
Al lettore non è dato sapere l’anno in cui è ambientato il racconto ma, nonostante ciò, l’idea più comunque è quella di una piccola cerchia di persone provenienti da un epoca decisamente lontana che si ritrovano riuniti a giocare alla lotteria.
Il lettore viene gettato in una confusione tale da non capire effettivamente cosa ci possa essere di strano ma, gli abitanti e l’atmosfera, pian piano vi trascineranno in una verità sinistra.
Cos’altro non dovete aspettarvi da questa raccolta? Sicuramente mostri, fantasmi e creature! Non è questo l’horror che Shirley Jackson ci propone.
Passerei infine al secondo racconto che mi è piaciuto, alla pari di quello appena citato.
Una donna sta attendendo il suo sposo seduta comodamente sul letto di casa e, costui, sembra proprio non arrivare.
Così lei esce di casa a cercarlo, chiedendo informazione ai passanti o ad alcuni negozianti.
Entra in un palazzo, espone la sua profonda confusione e, dall’altra parte, troviamo delle persone che la trattano, per certi tratti, come se fosse pazza.
La signora continuerà a vagare durante il racconto, come un’anima dannata imprigionata in un mondo che sembra non essere reale.
Si respirerà incertezza ma, soprattutto, il finale è in grado di colpire e creare pensieri (questo in tutti i racconti)

Consiglio la lettura a chi non ha mai letto nulla della Jackson!
Voto? 7.5/10

Il mio vicino Totoro (Hayao Miyazaki)

il mio vicino Totoro


  • Titolo: il mio vicino Totoro
  • Regista: Hayao Miyazaki
  • Anno: 1988
  • Genere: Animazione

Le sorelline Satsuki e Mei si trasferiscono insieme al padre in una nuova casa in campagna, in attesa che la madre venga dimessa dal vicino ospedale. Per le due bambine inizia un viaggio alla scoperta di un mondo sconosciuto, abitato da creature fantastiche: i nerini del buio, spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie dimore abbandonate.

Torniamo sul mondo dell’animazione che io amo follemente, specialmente trattandosi di una produzione Giapponese, targata Ghibli.
Sono consapevole di star per recensire un film che oramai quasi tutto hanno visto, nel bene o nel male e, sempre dal mio canto, so anche che nessuno probabilmente verrà a leggere questa recensione.
Nonostante ciò voglio scriverla proprio per poter portare agli occhi di tutti il mio amore per questa pellicola, il mio amore per il Giappone e per Hayao Miyazaki.
Sono cresciuto con i film della Ghibli e, quello che mi sta più a cuore, è proprio “La città incantata” di cui vi ho già parlato in un post.
Oggi però sono qui per parlarvi del film “Il mio vicino Totoro” una pietra miliare della Ghibli che, in un modo o nell’altro, andrebbe recuperata da chiunque ami i film d’animazione.
Questo film ha lo stesso effetto di una bellissima giornata passata sdraiati sul prato, a contemplare il cielo assorti tra i nostri pensieri.
Ciò che trasmette è infinità serenità, tenerezza e semplicità, raccontata attraverso una storia dal sapore di magia.
Non è la prima volta che guardo questo film e, la prima cosa che mi emoziona, è proprio il riferimento alla città incantata attraverso le fuliggini.
Ho la pura certezza, un giorno, di voler far crescere mio figlio (sperando il più tardi possibile) con questi capolavori in grado di toccarti il cuore con la mano, di accompagnarti in un mondo fatto di sogni ed emozioni, lasciandoti ricordi e insegnamenti.
“Il mio vicino Totoro” è un film che ti fa innamorare, assieme al suo bel protagonista così premuroso e pacioccone.
Non sto qui a parlarvi delle animazioni e dei disegni poiché, parlando di Miyazaki, non credo ci sia bisogno di spiegare quanto Totoro sia meravigliosamente bello, assieme anche alla sua colonna sonora stupenda.
Consiglio davvero questo film a chiunque!

Voto? 9/10

Kitchen (Banana Yoshimoto)

Kitchen (Banana Yoshimoto)


  • Titolo: Kitchen
  • Autore: Banana Yoshimoto
  • Genere: Narrativa, Drammatico
  • Anno: 1988
  • Prezzo: 8,07€ (Amazon)

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina…”. Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, “Kitchen”. Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. Così il padre del giovane amico Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all’attenzione del pubblico italiano mostrando un’immagine insolita del Giappone , con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.

Sono consapevole che ogni volta inizio l’articolo con la stessa premessa ma, questa volta, vorrei seriamente farvi capire quanto io sia felice di portavi la recensione di questo libro.
La storia trattata, a certi tratti, mi ha ricordato Norwegian Wood di Haruki Murakami, un libro talmente tanto malinconico da entrarti nel cuore, pretendendo un posto al suo interno.
La protagonista Mikage, si ritroverà sin da subito a creare un legame con la cucina, iniziando a scoprire una buona parte della vita delle persone dalla cucina stessa.
In questo libro verrà raccontata una storia molto semplice che, pur non avendo enormi colpi di scena, viene trasmessa in maniera perfettamente lineare e scorrevole.
Parto dal presupposto che, Kitchen, è diviso in due parti completamente diverse: Kitchen e Plenilunio, dove vengono raccontate due storie tanto diverse quanto uguali tra loro.
L’ossessione della protagonista nei confronti della cucina ci farà innamorare piano piano di tutte le sue sfumature ben distinte.
Leggendo Kitchen, si ha la sensazione di guardare dall’esterno ciò che potrebbe accadere nella vita di tutti i giorni ma, la cosa bella, sta proprio in ciò che succede.
Banana Yoshimoto racconta le fasi della vita più dure e tristi di una persona, analizzando come primo elemento il lutto.
I due protagonisti avranno talmente tanto da raccontarsi e, nel scoprirsi tanto uguali, cercano di prendere spesso le distanze, provando paura e timore.
Il finale di questo libro è un finale aperto, quindi non un colpo di scena che ci si aspetta da una storia del genere.
Non aspettatevi un romanzo d’amore, perché non è affatto così, bensì un romanzo che analizza l’emozioni in maniera profonda, trasmettendoti tutto quello che succede.
Ci ritroveremo più volte a provare coraggio, voglia di osare e malinconia leggendo i pensieri di Mikage e, tutto ciò che succede, lo vivremo accanto a lei.
Questo libro va molto vicino al mio stereotipo di libro “meraviglioso”, se non fosse per la seconda parte completamente scollegata alla prima.
Probabilmente, dal mio punto di vista, avrei preferito che “Kitchen” e “Plenilunio” fossero trattate in due romanzi diversi.
Mi sento di consigliare questo libro a chiunque ami la semplicità ma, soprattutto, a chi come me ama lo stile di scrittura di Haruki Murakami.

Voto? 9/10

Lo squalificato (Junji Ito)

Lo squalificato (Junji Ito)


  • Titolo: Lo Squalificato
  • Autore: Junji Ito/Osamu Dazai
  • Editore: Star Comics
  • Prezzo: 4,90€
  • Numero volumi: 3

Yozo Oba non riesce a capire le ragioni della felicità degli altri, eppure non può fare a meno di preoccuparsi dell’opinione di chi lo circonda. Ossessionato dal giudizio altrui, decide di indossare una maschera da eccentrico buffone, votando alla bizzarra pratica tutto se stesso. Questo è il racconto della sua vita, vissuta giorno dopo giorno con un latente desiderio di morire… Con questa miniserie in tre volumi, adattamento dell’omonimo romanzo di Osamu Dazai, Junji Ito ci regala una nuova storia di alienazione e di “squalifica” assolutamente da brivido. Consigliato a un pubblico adulto.

In questo periodo ho deciso di ritornare a leggere manga, dopo averli accantonati per impegni e altri tanti motivi.
Con questa recensione, voglio anticipare l’inizio di tanta nuove recensioni inerenti al mondo dei manga e degli anime, dal momento che ne ho trovati tantissimi interessanti.
Oggi sono qua per parlavi di una serie, composta da tre libri, scritta e disegnata dal maestro dell’horror Giapponese, da un grandissimo autore che consiglio con tutto il cuore a chiunque ama il genere, Junji Ito.
Lo squalificato è una serie manga che si ispira ad un romanzo horror di Osamu Dazai, che tratta sempre la stessa storia.
Questo manga racconta una storia molto difficile da prendere alla leggera e, per tanto, la sconsiglio a chiunque sia sensibile (ha turbato anche me che seguo il genere horror da tempo oramai).
La storia, attraverso vicende veramente forti e crude, racconta una storia che ti entra dentro nella testa in maniera prepotente.
La tematica principale è proprio la depressione e, vivendola in prima persona, il tutto mi ha talmente disturbato da innescarmi un senso di vuoto non indifferente.
Parto dal presupposto che non viene trattata in maniera leggere, non aspettatevi una rappresentazione semplice e sottile, perché non è affatto così
Il protagonista, difatti, si ritroverà più e più volte a tentare il suicidio, a cercare di vivere una vita in solitudine, senza accanto nessuno.
Yozo è la personificazione della disperazione, della paura di non trovare un proprio posto nel mondo.
Il bambino, che poi diverrà grande, ha sin da subito una concezione della tristezza talmente tanto profonda da quasi conviverci in maniera disperata, sfoggiando una risata e un sorriso in grado di mascherare tutto il suo vero stato d’animo.
Lo ritroveremo condurre quasi una discesa nei meandri più oscuri dell’esistenza stessa, alla ricerca di una strada quasi impercettibile, un sentiero che possa condurlo alla grande felicità che ha sempre cercato ma mai trovato.
La depressione viene disegnata durante il percorso della vita di Yozo, una malattia che non viene esternata, parlata, discussa.
E, come ben sapete, non parlare dei propri mali porta il male stesso a diventare sempre più grande, fino ad inghiottirti.
Questo manga è un capolavoro sotto quasi tutti i punti di vista: profondo, malinconico, struggente ed estremamente reale.
La storia raccontata, i disegni di Ito, mi hanno distrutto il cuore, provocandomi un senso di vuoto indescrivibile dal sapore di paura.
Perchè Yozo è la rappresentazione di tutti i mali possibili, assimilati da un unica persona ed affrontati con l’uso di Alcolici e droghe, così da poter ipoteticamente alleviare il dolore estremo che lo attanaglia da una vita.
Il protagonista rimarrà attaccato alla vita tra dolore e sfortuna, fino alla fine dei suoi giorni.

Darei 10 a questo manga, se non fosse stato per il secondo volume un po’ noioso e piatto.

Voto? 9,5/10

La casa delle voci (Donato Carrisi)

La casa delle voci (Donato Carrisi)


  • Titolo: La casa delle voci
  • Autore: Donato Carrisi
  • Genere: Thriller
  • Anno: 2019
  • Prezzo: 5,50€

Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.

Come avete letto dal titolo dell’articolo, oggi, sono qua per parlavi di un autore Italiano che ho scoperto due anni fa ma che, per via di impegni vari, ho approcciato definitivamente solo ora.
Donato Carrisi è uno scrittore Thriller, proveniente dalla Puglia.
Durante una sua intervista ricordo di aver trovato tanto interessante la sua ispirazione, dopo aver sentito parlare delle leggende popolari che gli raccontavano da piccolo.
La casa delle voci non si può assolutamente definire un libro breve, per tanto ho sempre pensato di dover aver tempo e spazio per poterlo leggere.
Così però non è stato, in quanto si tratta di un libro senza dubbio grande, ma con caratteri scritti mediamente grandi, riducendo così la fatica dovuta alla concentrazione.
La trama è qualcosa di sensazionale ma, come ho sempre detto io, non è L’incipit ha fare la bravura di uno scrittore, bensì la capacità di trasformare anche una trama semplice in un capolavoro.
Questo libro parte con una premessa grandissima e, per gli amanti dei thriller psicologici profondi, non posso far altro che consigliarvelo.
Non c’è un minimo punto di trama vuoto, nulla che l’autore abbia fatto per allungare il brodo.
La storia scorre lineare, con costanti situazioni che oserei quasi definire paranormali.
Non si capisce bene se il thriller di Carrisi, in questo libro, sia qualcosa di puramente realistico o astratto ma, l’amore della lettura, sta proprio anche nel viaggiare in mondi sconosciuti, che altrimenti non avremmo mai potuto visitare.
La storia è profonda, in grado di tenerci con il fiato sospeso dall’inizio fino alla fine.
Il lettore si insidierà nelle difficoltà di Gerber e di Hannah, ritrovandosi quasi ad aver paura di quei famosi Estranei che sembrano quasi avere un idendità soprannaturale, come se fossero degli esseri provenienti da un’altra dimensione.
La paura si insedierà nelle nostre menti, innescando in noi una sensazione quasi surreale, come se non stessimo leggendo la verità, come se il segreto fosse costantemente nascosto.
Per non parlare del finale del libro.. meraviglioso!
Carrisi è un autore che sicuramente va approcciato, se si ama il thriller, senza escluderlo perché si tratta di un autore Italiano.
Perché dico ciò? Perché ci ritroviamo in un paese in cui la lettura è estremamente sottovalutata.

Fatevi un regalo, comprate questo libro! (Specialmente se si tratta del primo approccio con l’autore)

Voto? 9/10

L’Uomo vestito di nero (Stephen King & Ana Juan)

  • Titolo: L’uomo vestito di nero
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Scrittore: Stephen King – Ana Juan (Illustrazioni)
  • Prezzo:15,90
  • Genere: Horror
  • Data di pubblicazione: 2020

TRAMA

Gary è un uomo molto anziano. Sente il suo corpo sgretolarsi come un castello di sabbia lambito dalle onde; sente una fitta nebbia avvolgere i ricordi di oggi e di ieri. Eppure, un episodio del passato più lontano brilla nitido nella sua memoria, come una stella oscura nelle costellazioni dell’infanzia: il pomeriggio di mezza estate in cui, quando aveva nove anni, si addentrò nel bosco per andare a pescare al torrente e incontrò un uomo tutto vestito di nero. Uno sconosciuto dagli occhi di fuoco. I tratti di quel volto spaventoso e le parole terribili che uscirono da quella bocca, terrorizzandolo da bambino, hanno tormentato Gary per tutta la vita, come un lungo incubo. E proprio adesso sente l’urgenza di mettere nero su bianco ogni dettaglio. Nella speranza che la scrittura lo liberi da quell’ossessione. E per esorcizzare la paura di incontrarlo di nuovo, ora che si sente prossimo alla fine.


RECENSIONE

Devo essere sincero, mi mancava leggere qualcosa di King, specialmente trattandosi di un racconto illustrato che ha vinto, sin da prima di quest’edizione, vari premi.
All’uscita del libro me ne sono subito innamorato, titolo accattivante e copertina non da meno.
Ma immagino che voi vogliate sapere il vero giudizio soggettivo dell’opera e se, da amante di King, questo libro mi sia effettivamente piaciuto.
Vi rispondo sin da subito.. sì! È anche tanto, ma ora vediamo insieme il perché.
Sin dalle prime righe possiamo constatare che si tratta di una storia molto lontana, proveniente da un epoca diversa, estranea e isolata, perlomeno è ciò che propone la vita del protagonista raccontata da lui stesso sotto forma di diario.
Gary, difatti, si ritrova coinvolto emotivamente dalla morte del fratello, a causa di una presunta puntura d’ape.
L’apprensione dei genitori crea sin da subito quella tensione palpabile che ci si aspetta da un buon libro horror, catapultati in un ambientazione tipica del genere.
Una piccola casa in mezzo alla natura e, proprio davanti, un fitto bosco che nasconde dei segreti ben più lontani dalla normale vita di un essere umano.
Gary, dopo che il padre gli avrà regalato una canna da pesca, si addentrerà nel bosco promettendo ai genitori di non allontanarsi troppo e, da quel preciso istante, il lettore viene catapultato nella realtà che si aspetta.
Un racconto che mi è piaciuto moltissimo, sotto molteplici punti di vista.
La scrittura di King, in questo libro, sembra rendere credibilità alla storia, donandogli un aspetto quasi realistico, dove il lettore si ritrova più volte a chiedersi se tutto ciò sia effettivamente accaduto e, in una buona parte, la storia è tratta da una vera esperienza.
Tensione, follia, inquietudine e paura regnano sovrane in un racconto che ti entra nella testa, facendoti provare costantemente un senso di distacco dalla realtà, portandoti a leggere tutta la storia senza staccare gli occhi dal libro.
Parte integrante del libro solo le illustrazioni, disegnate e curate in maniera impeccabile da Ana Juan.
Le illustrazioni sono veramente meravigliose, a tal punto da rappresentare quasi per filo e per segno tutti i pensieri che King vuole trasmettere.
La parte più bella dei disegni sono proprio i colori, spenti e singolari, come se fossero tutti parte della stessa tavola cromatica.
Consigliatissimo a chi è in cerca di qualcosa di breve ma che sappia colpire per bene, un libro che senza dubbio rileggerei altre volte!

Voto? 9/10

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