Kitchen (Banana Yoshimoto)

Kitchen (Banana Yoshimoto)


  • Titolo: Kitchen
  • Autore: Banana Yoshimoto
  • Genere: Narrativa, Drammatico
  • Anno: 1988
  • Prezzo: 8,07€ (Amazon)

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina…”. Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, “Kitchen”. Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. Così il padre del giovane amico Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all’attenzione del pubblico italiano mostrando un’immagine insolita del Giappone , con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.

Sono consapevole che ogni volta inizio l’articolo con la stessa premessa ma, questa volta, vorrei seriamente farvi capire quanto io sia felice di portavi la recensione di questo libro.
La storia trattata, a certi tratti, mi ha ricordato Norwegian Wood di Haruki Murakami, un libro talmente tanto malinconico da entrarti nel cuore, pretendendo un posto al suo interno.
La protagonista Mikage, si ritroverà sin da subito a creare un legame con la cucina, iniziando a scoprire una buona parte della vita delle persone dalla cucina stessa.
In questo libro verrà raccontata una storia molto semplice che, pur non avendo enormi colpi di scena, viene trasmessa in maniera perfettamente lineare e scorrevole.
Parto dal presupposto che, Kitchen, è diviso in due parti completamente diverse: Kitchen e Plenilunio, dove vengono raccontate due storie tanto diverse quanto uguali tra loro.
L’ossessione della protagonista nei confronti della cucina ci farà innamorare piano piano di tutte le sue sfumature ben distinte.
Leggendo Kitchen, si ha la sensazione di guardare dall’esterno ciò che potrebbe accadere nella vita di tutti i giorni ma, la cosa bella, sta proprio in ciò che succede.
Banana Yoshimoto racconta le fasi della vita più dure e tristi di una persona, analizzando come primo elemento il lutto.
I due protagonisti avranno talmente tanto da raccontarsi e, nel scoprirsi tanto uguali, cercano di prendere spesso le distanze, provando paura e timore.
Il finale di questo libro è un finale aperto, quindi non un colpo di scena che ci si aspetta da una storia del genere.
Non aspettatevi un romanzo d’amore, perché non è affatto così, bensì un romanzo che analizza l’emozioni in maniera profonda, trasmettendoti tutto quello che succede.
Ci ritroveremo più volte a provare coraggio, voglia di osare e malinconia leggendo i pensieri di Mikage e, tutto ciò che succede, lo vivremo accanto a lei.
Questo libro va molto vicino al mio stereotipo di libro “meraviglioso”, se non fosse per la seconda parte completamente scollegata alla prima.
Probabilmente, dal mio punto di vista, avrei preferito che “Kitchen” e “Plenilunio” fossero trattate in due romanzi diversi.
Mi sento di consigliare questo libro a chiunque ami la semplicità ma, soprattutto, a chi come me ama lo stile di scrittura di Haruki Murakami.

Voto? 9/10

Kafka sulla spiaggia (Murakami)

  • Titolo: Kafka sulla spiaggia
  • Autore: Haruki Murakami
  • Edizione: Corriere della Sera
  • Genere: Romanzo
  • Prezzo: 9,90€

TRAMA

 Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà


RECENSIONE

Premetto che, prima di leggere questo libro, il mio romanzo preferito era “Norwegian Wood” scritto dall’omonimo autore.
Ho letto Kafka sulla spiaggia con discrete aspettative poiché, tra tutte le persone che conosco, l’opinione che gira attorno è sempre contrastante.
Sapevo sin da subito di aver davanti un romanzo quasi fantascientifico poiché, Murakami, di fantasia ne ha anche da vendere.
Cosa mi ha avvicinato a questo autore? L’immaginazione.
Ho iniziato a leggere Kafka sulla spiaggia circa tre settimane fa, con il cuore che già sapeva di star tornando nella sua casa in Giappone.
Kafka sulla spiaggia racconta la storia di queste due persone, Tamura Kafka e Nakata, che in qualche modo si ricongiungono attraverso una serie di avvenimenti e relazioni interpersonali.
Trovo che questo libro analizzi profondamente lo stato d’animo scosso dei due personaggi che, in comune, hanno vissuto delle esperienze particolarmente incisive nella loro vita quotidiana.
Murakami fa anche riferimento, tra le prime pagine, all’attentato di Hiroshima e Nagasaki facendo partire proprio da quel punto una piccola storia.
Attraverso questo libro, il lettore, scopre mille paesaggi e mille prospettive relazionali, soprattutto addentrandosi nella psicologia dei due personaggi che vivono la loro vita cercando di non dipendere da nessuno, o quasi.
Tamura Kafka, il ragazzo di quindici anni, fa entrare il lettore in una dimensione quasi onirica in una parte del libro, tanto che a volte si fa fatica a riconoscere ciò che è reale da ciò che non lo è per niente.
Credo che ognuno, questo libro, lo possa prendere in modo diverso traendone sempre insegnamenti differenti.
Io, nella vita dei due personaggi, ho trovato una seconda vita parallela, come se una sola vita non fosse abbastanza per vivere.
Murakami tratta l’amore senza confini o limiti, e ciò l’ho apprezzato davvero tantissimo.
Inoltre, attraverso la figura di Nakata, fa palesemente capire che ognuno di noi, pur condizionato dalle proprie difficoltà e incapacità, ha dei doni e delle caratteristiche singolari e uniche, che ci rendono felicemente umani.
Nakata, l’anziano più tosto di tutti, è il personaggio più bello che io abbia mai trovato in un libro.
Ben caratterizzato, nonostante la sua infinità semplicità e naturalezza.
Kafka sulla spiaggia, da quando ho letto la sua ultima pagina, è diventato il mio libro preferito.
Ricorderò questo romanzo come “Il primo romanzo che è riuscito a spezzarmi il cuore”
L’ho amato profondamente, in ogni minimo particolare, in ogni suo difetto e pregio.
Ho amato ogni singola riga di questo romanzo, anche quando tutto sembrava prendere una piega sinistra.
I due protagonisti, inoltre, parlano entrambi con qualcosa di superiore (per Nakata i gatti) mentre per Tamura continua ad aggirarsi attorno a lui la figura del “corvo”, il suo lato più razionale e diretto.
Per chi dovesse approcciare all’autore, consiglio vivamente di iniziare con Norwegian Wood, altrimenti si potrebbe avere un pensiero e un idea diversa del libro.
Credo che l’ordine sia proprio Norwegian Wood e poi Kafka sulla spiaggia.
In ogni caso è un libro che consiglio a chiunque, senza esitazione o ripensamenti.
A parer mio è un libro che proprio non può non piacere, poiché è talmente profondo da mettere in chiaro alcuni aspetti della vita che spesso si tralascia.
E poi, Murakami, fa tutto attraverso una storia tanto bella quanto scorrevole.

Kafka sulla spiaggia rimarrà sempre nel mio cuore e, da qui in avanti, porterò un ricordo innamorato di questo libro che spero, in un futuro, potrò tramandare anche a chi arriverà dopo

Voto? 10/10

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