La casa delle voci (Donato Carrisi)

La casa delle voci (Donato Carrisi)


  • Titolo: La casa delle voci
  • Autore: Donato Carrisi
  • Genere: Thriller
  • Anno: 2019
  • Prezzo: 5,50€

Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.

Come avete letto dal titolo dell’articolo, oggi, sono qua per parlavi di un autore Italiano che ho scoperto due anni fa ma che, per via di impegni vari, ho approcciato definitivamente solo ora.
Donato Carrisi è uno scrittore Thriller, proveniente dalla Puglia.
Durante una sua intervista ricordo di aver trovato tanto interessante la sua ispirazione, dopo aver sentito parlare delle leggende popolari che gli raccontavano da piccolo.
La casa delle voci non si può assolutamente definire un libro breve, per tanto ho sempre pensato di dover aver tempo e spazio per poterlo leggere.
Così però non è stato, in quanto si tratta di un libro senza dubbio grande, ma con caratteri scritti mediamente grandi, riducendo così la fatica dovuta alla concentrazione.
La trama è qualcosa di sensazionale ma, come ho sempre detto io, non è L’incipit ha fare la bravura di uno scrittore, bensì la capacità di trasformare anche una trama semplice in un capolavoro.
Questo libro parte con una premessa grandissima e, per gli amanti dei thriller psicologici profondi, non posso far altro che consigliarvelo.
Non c’è un minimo punto di trama vuoto, nulla che l’autore abbia fatto per allungare il brodo.
La storia scorre lineare, con costanti situazioni che oserei quasi definire paranormali.
Non si capisce bene se il thriller di Carrisi, in questo libro, sia qualcosa di puramente realistico o astratto ma, l’amore della lettura, sta proprio anche nel viaggiare in mondi sconosciuti, che altrimenti non avremmo mai potuto visitare.
La storia è profonda, in grado di tenerci con il fiato sospeso dall’inizio fino alla fine.
Il lettore si insidierà nelle difficoltà di Gerber e di Hannah, ritrovandosi quasi ad aver paura di quei famosi Estranei che sembrano quasi avere un idendità soprannaturale, come se fossero degli esseri provenienti da un’altra dimensione.
La paura si insedierà nelle nostre menti, innescando in noi una sensazione quasi surreale, come se non stessimo leggendo la verità, come se il segreto fosse costantemente nascosto.
Per non parlare del finale del libro.. meraviglioso!
Carrisi è un autore che sicuramente va approcciato, se si ama il thriller, senza escluderlo perché si tratta di un autore Italiano.
Perché dico ciò? Perché ci ritroviamo in un paese in cui la lettura è estremamente sottovalutata.

Fatevi un regalo, comprate questo libro! (Specialmente se si tratta del primo approccio con l’autore)

Voto? 9/10

Horror Cam (Silvia Benedetta Piccioli)

  • Titolo: Horror Cam
  • Editore: Dunwich Edizioni
  • Prezzo: 14,90€
  • Anno di pubblicazione: 2020

TRAMA

Camilla, dodici anni, scrive storie di paura sul suo blog, HorrorCam. Un giorno riceve una strana e-mail da un indirizzo di posta sconosciuto, che riporta solo due parole: Villa Leuco. Camilla scopre che si tratta di una grande casa del Settecento immersa nella campagna a pochi chilometri dalla città in cui vive, e che è rimasta disabitata dal 1998, anno in cui morì la figlia dei proprietari. Insieme a suo fratello Filippo e ai suoi amici, Daniele ed Ella, Cam deciderà di andare a esplorare la casa e scoprire perché nessuno ci abbia più messo piede, sperando di ricavarne una nuova, incredibile storia per il suo blog. E se la casa fosse veramente infestata dallo spirito della bambina? Come se non bastasse, quando arrivano alla Villa, Cam si accorge che qualcuno li sta seguendo…


RECENSIONE

Attendevo con trepidazione la scrittura di questa recensione, trattandosi di un libro che mi ha trascinato nel periodo in cui, da piccolo, leggevo i piccoli brividi dentro la mia personale tenda indiana.
Ho letto questo libro in collaborazione con Dunwich edizioni, che mi ha gentilmente spedito la copia cartacea.
Partiamo sin da subito dalla tipologia di romanzo proposto, un libro che sin da subito si percepisce essere adatto ad una vasta selezione di pubblico e, partendo da ciò, senza dubbio veniamo a conoscenza del fatto che è un grandissimo punto di forza.
La scrittrice, Silvia Benedette Piccioli, introduce questa storia attraverso gli occhi di una quasi adolescente amante del genere horror e dell’occulto.
Mi sono ritrovato molto nelle decisioni e nei pensieri di Camilla, essendo un amante del genere da quando ero piccolo.
La storia è lineare, le descrizioni sono semplici ma ben caratterizzate dalla soggettività della protagonista.
Questo libro mi è piaciuto, e non poco.
Leggendo la storia mi è capitato svariate di percepire R.L Stine in quelle righe, dove gli amici della protagonista, assieme a lei, si ritroveranno catapultati in un modo che per tanti potrà sembrare proprio fuori di testa ma, per gli amanti del brivido come me, potrebbe addirittura risultare quasi un sogno.
L’incipit è scritto bene, funziona senza troppe pretese.
Ciò che piace più di tutti e l’immaginazione, ciò che ti porta ad immedesimarti nella protagonista, pensando al suo blog di scrittura, alla sua passione per il paranormale e soprattutto la sua età.
Se mai avessi trovato qualcuno con la mia stessa passione, durante l’età di Camilla, sicuramente ora sarebbe il mio migliore amico.
Horror Cam fa capire quanto, un lessico importante, non condizioni assolutamente il valore di un libro.
Ognuno ha la libertà di utilizzare qualsiasi tipo di parola e, come disse Stephen King: “Non importa quanto tu conosca il vocabolario, a nessuno frega di quanto tu sia bravo in grammatica.
Ricordate che la prima regola fondamentale del vocabolario consiste nell’usare la prima parole che vi viene in mente, se è adatta ed efficace”
E la scrittrice lo dimostra in tutto e per tutto.
Non aspettatevi assolutamente una storia per ragazzini, seppur ricordi molto i piccoli brividi che, bene o male, tutti abbiamo amato.
Quando ci si addentra nella storia, il lettore verrà a conoscenza di alcune vicende capaci di farti provare più di un brivido lungo la schiena, un brivido che ha lo stesso sapore del terrore.
La storia mi è piaciuta davvero tanto ma, personalmente, avrei forse optato per un finale diverso, forse con un colpo di scena.

Insomma, complimenti a Silvia!

Voto? 8/10

La scatola dei bottoni di Gwendy (Stephen King)

  • Titolo: La scatola dei bottoni di Gwendy
  • Autore: Stephen King/Richard Chizmar
  • Editore: Pickwick
  • Genere: Mistery/Horror/Thriller
  • Anno di pubblicazione: 2017

TRAMA

Gwendy Peterson ha dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina piccola e timorata di Dio. È cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola, che è riuscito a farla prendere in giro da metà dei compagni. Per sfuggire alla persecuzione, Gwendy corre tutte le mattine sulla Scala del Suicidio (un promontorio sopraelevato che prende il nome da un tragico evento avvenuto anni prima), a costo di arrivare in cima senza fiato. Ha un piano per l’estate: correre tanto da diventare così magra che l’odioso stronzetto non le darà più fastidio. Un giorno, mentre boccheggia per riprendere il respiro, Gwendy è sorpresa da una presenza inaspettata: un singolare uomo in nero. Alto, gli occhi azzurri, un lungo pastrano che fa a pugni con la temperatura canicolare, l’uomo si presenta educatamente: è Mr. Farris, e la osserva da un pezzo. Come tutti i bambini, Gwendy si è sentita mille volte dire di non dare confidenza agli sconosciuti, ma questo sembra davvero speciale, dolce e convincente. E ha un regalo per lei, che è una ragazza tanto coscienziosa e responsabile. Una scatola, la sua scatola. Un bell’oggetto di mogano antico e solido, coperto da una serie di bottoni colorati. Che cosa ottenere premendoli dipende solo da Gwendy. Nel bene e nel male.


RECENSIONE

Eccomi tornato con una nuova recensione targata Stephen King.
Sapete ormai che King, nel bene o nel male, è oramai diventato la mia estrema sicurezza.
Ogni volta che mi addentro nei libri di questo scrittore mi sento inconsapevolmente contento, specialmente perché mi rendo conto di star leggendo un libro che rientra perfettamente nei miei gusti personali.
Acquistai “la scatola dei bottoni di Gwendy” circa quattro mesi fa, con l’intento di volerlo leggere in piena estate, cosa che non ho fatto per via dei tantissimi impegni.
Parto dal presupposto che si tratta, senza dubbio, di una lettura veramente scorrevole e veloce, finita in neanche due sere.
Questo libro racconta la storia di Gwendy, una ragazzina denigrata e presa in giro per il suo aspetto fisico, aiutata da un misterioso uomo che le consegnerà una misteriosa scatola con dei bottoni.
Prima di cominciare con la recensione vera e proprio, ci terrei a dirvi che il libro è stato scritto da ben due persone, quindi non solo King.
Bensì troviamo Richard Chizmar, autore anche di uno spin off dell’omonimo romanzo, intitolato “La piuma magica di Gwendy”.
Il romanzo è in grado di creare ansia e suspense pur non inserendo colpi di scena o, in alternativa, scene d’azione in grado di colpire il lettore.
Si tratta di un libro che fa della curiosità la sua arma più fedele, spingendo il lettore a chiedersi cosa effettivamente sarà in grado di fare quella maledetta scatola.
Ho amato molto le illustrazioni presenti nel libro, merito di Pickwick che ci porta in Italia queste edizioni di King che io amo tantissimo.
Il lettore stesso si mette spesso nei panni della protagonista, provando insicurezza e paura che qualcuno possa effettivamente scoprire l’esistenza di quella scatola magica, in grado di distruggere e cambiare le cose.
Veniamo attirati tanto dall’effetto positivo che ha la scatola nei confronti di Gwendy, tanto che proviamo paura.
Forse per incredulità, forse perché viene mostrato tutto in maniera semplice e lineare, senza tante difficoltà.
Non ci sono mostri, creature, fantasmi, solo un uomo misterioso con un cappello a cilindro nero, in grado di cambiare le sorti della vita di una persona grazie ad un semplicissimo oggetto.
Scene d’azione vengono mostrate solo alla fine, dove la protagonista perderà il controllo a causa di avvenimento inaspettato.
Più che un horror credo si possa definire un thriller psicologico, non avendo molte componentistiche del genere citato prima.
Consigliato tantissimo come primo approccio a King, specialmente se si cerca una lettura veloce e scorrevole.
Non leggevo un libro così piacevole da davvero tantissimo tempo, sono rimasto particolarmente sorpreso!

VOTO? 8/10

L’Ascesa di Senlin (Josiah Bancroft)

  • Titolo: L’Ascesa di Senlin
  • Autore: Josiah Bancroft
  • Genere: Thriller Fantastico
  • Anno di pubblicazione: 2020 (Italia)
  • Prezzo: 22,00€

TRAMA

LA TORRE DI BABELE è la più grande meraviglia del mondo conosciuto. Grande come una montagna, l’immensa Torre ospita innumerevoli Regni Circolari, alcuni pacifici, altri bellicosi, appoggiati l’uno sull’altro come gli strati di una torta. È un mondo popolato di geni e tiranni, aeronavi e motori a vapore, animali insoliti e macchine misteriose.

Attirato dalla curiosità scientifica e dalle mirabolanti promesse di una guida turistica, Thomas Senlin, mite preside di una scuola di provincia, decide di visitarla. Anzi, gli sembra che, con i suoi lussuosi Bagni, sia proprio la meta ideale per la sua luna di miele con Marya. Solo che, appena arrivati, i due sposi si perdono tra la folla di abitanti, turisti e furfanti.

Determinato a ritrovare la moglie, Senlin inizia una lunga ricerca tra bassifondi, sale da ballo e teatri di burlesque. Dovrà sopravvivere a tradimenti, assassini, e ai lunghi cannoni di una fortezza volante. Ma se vuole riavere Marya, sopravvivere non basterà: dovrà sapersi trasformare da uomo di lettere in uomo d’azione.


RECENSIONE

Colgo l’occasione, prima di iniziare a parlarvi del libro, per ringraziare nuovamente Oscar Vault! Grazie con tutto il cuore per avermi permesso di leggere il libro in anteprima.
Non avevo mai letto un fantasy, prima di questo, proprio per questo mi sembrava l’occasione migliore per potermi addentrare in un genere nuovo e così tanto diverso da ciò che leggo di solito.
L’Ascesa di Senlin è un Thriller/Fantastico dove, al suo interno, ho potuto trovare e scoprire davvero un genere che mi è piaciuto molto.
La rappresentazione della torre di babele è un pò l’alter ego della costruzione della Divina Commeda di Dante Alighieri, anche se non ci sono effettivamente similitudini oltre alla costruzione in sè.
Il libro inizia raccontando una luna di miele che sembra iniziare con un viaggio ai limiti del paradisiaco, in un mondo dove tutto gira in modo diverso.
Sin da subito ritroviamo il protagonista buttato in un contesto inimmaginiabile, dove il sogno del viaggio di nozze inizia piano piano a svanire con la scomparsa della moglie.
Senlin, con molto coraggio e speranza, inizierà ad affrontare un viaggio pieno di sangue e dolore, scalando piano piano quella che sembra essere una torre senza fine.
In questo libro si mischiano sogni e pensieri, paure e simlitudini.
Il lettore viene sin da subito allacciato alla cintura del protagonista, arrivando quasia vivere tutti gli avvenimenti in prima persona, senza mezzi termini o giri di parole inutili.
All’interno di questo primo libro possiamo trovare davvero tanti personaggi, costruiti e caratterizzati davvero bene.
Uno dei miei preferiti, Senlin a parte, è proprio la famigerata Mano Rossa.
Un esecutore, dalla descrizione lontanamente umana e sconosciuta, con un animo assetato di morte e vendetta.
Anche se si tratta di un personaggio che, costruzione a parte, non può essere amato dai lettori, in quanto si tratta di uno degli antagonisti di questa storia.
Senlin è costantemente spinto dal pensiero della sua amata, un pensiero che porterà, un semplice preside ed insegnante di scuola, a compiere azioni e sacrifici fuori dal comune per un normale essere umano.
Questo romanzo ha un fascino completamente a sè, tanto che il lettore viene sempre attrato dall’immagine di queste enormi aeronavi che ogni volta vengono descritte con semplicità e accuratezza.
Andando controcorrente alla torre di babele stessa, Senlin inizierà a costruire e instaurare nuovi legami forti d’amicizia, laddove relazioni di questo tipo sono completamente impensabili.
La follia e il dolore regna nel cuore di ogni abitante della torre, a tal punto da portare al costante egoismo involontario, doveo ognuno sottomette l’altro per poter arrivare sempre più in alto.
L’Ascesa di Senlin è un romanzo che ho apprezzato davvero molto fino ad un certo punto di vista ma, in alcune parti, l’ho trovato forse un pochino scontato e monotono.
Dico ciò perché probabilmente è un genere nuovo per me, non perché effettivamente sia così.
Aspetterò con ansia e speranza il secondo volume in Italiano, pronto a proseguire un avventura stupenda.

Voto? 8/10

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